sabato 19 giugno 2010

Il tempo che vorrei

Di Fabio Volo ho letto il primo (Esco a fare due passi) e quest'ultimo libro, di tempo ne è passato parecchio e si "legge".
Anche questa storia è raccontata in prima persona ma questa è molto più intimistica. Si tratta di sentimenti, di rapporti coi genitori e con il nostro prossimo: il prossimo che diciamo di amare, dunque delle persone che nella nostra vita ci stanno nostro malgrado o che facciamo entrare malgrado loro ed allo stesso modo lasciamo che escano a volte per sempre.
Commovente e inaspettato, scritto molto bene, si legge in un momento, forse perché molti di noi ci si specchieranno e ritroveranno il loro rapporto a volte conflittuale col padre e la loro "diseducazione sentimentale", un male che credo affligga l'umanità dalla notte dei tempi perché siamo bravissimi a comunicare nell'era della comunicazione, abbiamo centinaia di modi diversi per farlo, ma comunicare ed esprimere i nostri sentimenti, quello no, non abbiamo ancora imparato a farlo.

mercoledì 16 giugno 2010

Il nipote del negus

Romanzo divertentissimo di Andrea Camilleri che racconta, ispirandosi a personaggi realmente esistiti negli anni '30, la storia di un principe, nipote dell'allora Imperatore d'Etiopia, che soggiorna per motivi di studio a Vigàta portando scompiglio nella vita della tranquilla cittadina e del sistema fascista riuscendo a coinvolgere anche le più alte cariche del centralismo dittatoriale dell'epoca.
Raccontato in parte come un romanzo epistolare ed in parte con "frammenti di vociate" dal gusto prettamente teatrale, molto godibile e credibile dato che il linguaggio burocratico del regime è assolutamente plausibile, tanto quanto la stupidità mista alla cialtroneria tutta italiana che spesso caratterizza anche la nostra epoca.
Sorriso amaro quando si ride sopratutto di noi stessi, ma un degno aiuto per far passare qualche ora di svago riflettendo sul passato e su un futuro che si fa sempre più triste presente. Assolutamente consigliato.

domenica 6 giugno 2010

Il Museo dell'Innocenza

Struggente e melanconico; non è una storia d'amore ma la storia di un amore e l'ossessione e la costanza di un uomo che per questo amore vive e muore mettendo a repentaglio tutta la sua esistenza.
Il Museo dell'innocenza è il monumento dedicato alla memoria di questi sentimenti e di questa vita, la raccolta di tutti i ricordi e gli oggetti che ne hanno fatto parte.
Il romanzo di Pamuk non è dei più semplici, ho faticato a portare a termine la lettura perché, specialmente nella parte centrale, è incentrato prevalentemente su sensazioni, sentimenti e stati d'animo del narratore/protagonista. Attraverso la narrazione e le vicende raccontate si riesce a seguire la storia recente della Turchia e le sue tradizioni, con le contraddizioni di un popolo che è diviso tra il passato legato alla religione islamica e l'aspirazione ad essere un paese "Europeo" come un punto di arrivo di un lunghissimo percorso; spesso e volentieri queste due anime entrano in conflitto proprio come succede ai protagonisti di questa lunga storia.
Il racconto avviene in prima persona, ma l'espediente narrativo, originale, verrà svelato nelle ultime pagine dove si troverà anche un "biglietto d'ingresso" ed una mappa per visitare il Museo dell'Innocenza ad Instanbul creato realmente dall'autore.