mercoledì 3 febbraio 2010

A single man

Opera prima di Thomas Carlyle Ford, professione stilista di moda ed ora anche regista.
Sicuramente un uomo che sa fare le cose per bene, che si tratti di moda o di cinema; un esordio non poteva essere più felice di questo.
Cominciamo quindi dalla regia: indugia sui particolari come soltanto l'occhio di un esperto di moda poteva fare, riesce a seguire la storia, che racconta fino a prenderne il controllo e guidare a sua volta.
La fotografia è molto particolare e volutamente cangiante, passa dalla tipica "pellicola anni sessanta", un pò sgranata ed opaca come una foto dei miei genitori da giovani, a momenti in cui i colori si fanno più intensi, come a seguire le emozioni dei protagonisti sulla pellicola.
La storia è tratta dal romanzo omonimo di Christopher Isherwood, considerato una pietra miliare del movimento della liberazione Gay (1964), ambientato nel 1962 (ce lo rivela la radio che parla della crisi dei missili di Cuba) racconta la giornata di un uomo di mezza età, inglese, insegnante in un college della California, che ha da poco appreso della morte del suo compagno dopo 16 anni di convivenza.
Gli incontri di questa giornata riusciranno a distoglierlo dai suoi propositi suicidi?
Colin Firth ha superato se stesso con un'interpretazione sensazionale e commovente che gli è già valsa la vittoria al festival di Venezia e la candidatura al prossimo oscar come miglior attore protagonista.
Julienne Moore interpreta Charlotte, l'amica di sempre di George (C.Firth), con la quale il nostro ha avuto anche una precedente storia d'amore indimenticata dalla donna che anela il ritorno di fiamma come a voler rievocare la gioventù e l'innocenza ormai perdute e annacquate dall'alcool. Anche lei una donna sola ed anche lei molto brava nell'interpretazione.
Insomma il primo BEL film che ho visto quest'anno e che consiglio caldamente agli amanti del cinema.

lunedì 25 gennaio 2010

Crayture

Cray inc. è un produttore di supercomputer con base a Seattle (Washington), praticamente una leggenda in questo settore; è proprio attorno ad uno di questi supercomputer che prende forma la storia raccontata in questo romanzo che partendo da basi reali, quali appunto il cray ed il "progetto genoma" (il progetto che ha mappato il dna umano), descrive la nascita e lo sviluppo di un'indagine su una catena di strani omicidi oltreoceano.
Lo stile narrativo è asciutto ed essenziale, molti sono i dialoghi e quasi assenti le parti descrittive, non per questo risulta meno coinvolgente; il lettore è trasposto nella storia e nell'azione quasi come davanti ad un film dalla trama assolutamente plausibile, agile e intrigante. Non mancano colpi di scena e cospirazioni governative ad arricchire l'originalità del romanzo.
Un'opera prima che si legge di un fiato, sia per l'esiguità del tomo, sia perché non consente di staccarsene troppo a lungo fino alla fine.

lunedì 11 gennaio 2010

Il mondo dei replicanti

Basato sulla mini-serie a fumetti "The surrogates", i surrogati, é il nuovo film con protagonista Bruce Willis.
In un futuro ipotetico l'umanità, salvo poche eccezioni che vivono dentro alcune riserve, ha scelto di vivere attraverso dei surrogati comandati a distanza da un circuito neuronale, comodamente dalla poltrona di casa; l'idea é quella di un mondo perfetto dove non ci siano morti accidentali, omicidi, ed altri crimini violenti contro la persona, dove ciascuno può essere ciò che vuole, naturalmente bello ed in forma anche quando tutto ciò non corrisponde alla realtà fisica.
Ovviamente in tutto c'è un ma... qualcuno é entrato in possesso di un'arma che oltre a distruggere i surrogati uccide allo stesso tempo anche gli "operatori" ad essi collegati. Ad indagare, in gran segreto per non spargere il panico tra la popolazione, l'agente dell' FBI Greer, che sarà costretto suo malgrado, dopo tanto tempo, a lasciare la sua abitazione per un'indagine sul campo REALE.
Trovo l'idea molto interessante e ben sviluppata, un pò richiama la vita che qualcuno fa già attualmente attraverso second life o similari, il trucco é una delle parti più rilevanti, i surrogati sono perfetti, volutamente troppo perfetti per rendere meglio la differenza con le persone reali. La regia é convincente e coinvolgente, Bruce Willis é Bruce Willis, c'è anche un risvolto sentimentale nella storia, non é perciò il solito film sparatutto e di azione pura, la trama ci porta ad esplorare vari aspetti ma senza approfondirne decisamente nessuno, alla fine risulta pertanto un pò superficiale ed i 104 minuti di proiezione passano senza lasciare traccia di particolari emozioni. Concludendo, senza infamia e senza lode...