Opera prima di Thomas Carlyle Ford, professione stilista di moda ed ora anche regista.
Sicuramente un uomo che sa fare le cose per bene, che si tratti di moda o di cinema; un esordio non poteva essere più felice di questo.
Cominciamo quindi dalla regia: indugia sui particolari come soltanto l'occhio di un esperto di moda poteva fare, riesce a seguire la storia, che racconta fino a prenderne il controllo e guidare a sua volta.
La fotografia è molto particolare e volutamente cangiante, passa dalla tipica "pellicola anni sessanta", un pò sgranata ed opaca come una foto dei miei genitori da giovani, a momenti in cui i colori si fanno più intensi, come a seguire le emozioni dei protagonisti sulla pellicola.
La storia è tratta dal romanzo omonimo di Christopher Isherwood, considerato una pietra miliare del movimento della liberazione Gay (1964), ambientato nel 1962 (ce lo rivela la radio che parla della crisi dei missili di Cuba) racconta la giornata di un uomo di mezza età, inglese, insegnante in un college della California, che ha da poco appreso della morte del suo compagno dopo 16 anni di convivenza.
Gli incontri di questa giornata riusciranno a distoglierlo dai suoi propositi suicidi?
Colin Firth ha superato se stesso con un'interpretazione sensazionale e commovente che gli è già valsa la vittoria al festival di Venezia e la candidatura al prossimo oscar come miglior attore protagonista.
Julienne Moore interpreta Charlotte, l'amica di sempre di George (C.Firth), con la quale il nostro ha avuto anche una precedente storia d'amore indimenticata dalla donna che anela il ritorno di fiamma come a voler rievocare la gioventù e l'innocenza ormai perdute e annacquate dall'alcool. Anche lei una donna sola ed anche lei molto brava nell'interpretazione.
Insomma il primo BEL film che ho visto quest'anno e che consiglio caldamente agli amanti del cinema.
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