Struggente e melanconico; non è una storia d'amore ma la storia di un amore e l'ossessione e la costanza di un uomo che per questo amore vive e muore mettendo a repentaglio tutta la sua esistenza.
Il Museo dell'innocenza è il monumento dedicato alla memoria di questi sentimenti e di questa vita, la raccolta di tutti i ricordi e gli oggetti che ne hanno fatto parte.
Il romanzo di Pamuk non è dei più semplici, ho faticato a portare a termine la lettura perché, specialmente nella parte centrale, è incentrato prevalentemente su sensazioni, sentimenti e stati d'animo del narratore/protagonista. Attraverso la narrazione e le vicende raccontate si riesce a seguire la storia recente della Turchia e le sue tradizioni, con le contraddizioni di un popolo che è diviso tra il passato legato alla religione islamica e l'aspirazione ad essere un paese "Europeo" come un punto di arrivo di un lunghissimo percorso; spesso e volentieri queste due anime entrano in conflitto proprio come succede ai protagonisti di questa lunga storia.
Il racconto avviene in prima persona, ma l'espediente narrativo, originale, verrà svelato nelle ultime pagine dove si troverà anche un "biglietto d'ingresso" ed una mappa per visitare il Museo dell'Innocenza ad Instanbul creato realmente dall'autore.
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