La canzone dei Talking Heads recitava così...
"...Home - is where I want to be
But I guess I’m already there
I come home - -she lifted up her wings
Guess that this must be the place..."
Il film "americano", che in realtà è una co-produzione europea, di Paolo Sorrentino è un film "on the road", ambientato tra Dublino e gli Stati Uniti.
Cheyenne è una rock-star ritiratasi a vita privata da un ventennio nella sua villa di Dublino, profondamente annoiato confonde il suo stato con la depressione finché un giorno giunge notizia da oltreoceano che suo padre (un ebreo ex detenuto di Auschwitz) è morto. Cheyenne intraprende un viaggio del quale il funerale del padre, che non vedeva da trent'anni, è solo la prima tappa: venuto in possesso dei diari paterni, scopre della ricerca ossessiva che aveva intrapreso all'indomani della partenza del figlio: quella di un criminale nazista che aveva "incontrato" nel campo di concentramento; così da rockstar si trasforma in un improbabile detective che si mette sulle tracce dell'aguzzino tedesco perso chissà dove negli USA. Lungo questo viaggio incontrerà personaggi strani almeno quanto lui, dai quali apprenderà più di quanto di sarebbe atteso all'inizio della sua strampalata avventura.
Sean Penn è un camaleonte eccezionale e questa non ne è che l'ultima prova: riesce ad interpretare un bambino nel corpo di un uomo e rimanere credibile allo stesso tempo.
Paolo Sorrentino si è davvero sbizzarrito, con la sua regia degli sguardi, quelli inquadrati coi primissimi piani e quelli che ti mostrano un orizzonte: che sia la moderna Dublino o il deserto del new-mexico, è efficace e coinvolgente. Bellissima la fotografia tanto quanto la colonna sonora.
Un film estremamente toccante, un finale splendido.
Bravi tutti!!
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